Sarzana è pacifista e raccoglie le firme per “Un’altra difesa è possibile”

Due articoli sulla conferenza stampa di rilancio di #AltraDifesaPossibile nella cittadina ligure, con firma dell’Assessora Giulia Chiatti

Conferenza stampa SarzanaIl Comune di Sarzana è il primo in Val di Magra ad aver aderito alla proposta di legge di iniziativa popolare che chiede “L’istituzione del Dipartimento della Difesa Civile, non armata e non violenta”, promossa all’interno della campagna nazionale “Un’altra difesa è possibile”. Nella sala consiliare di Palazzo Roderio l’assessore alle pari opportunità Giulia Chiatti ha infatti firmato questa mattina il documento che i cittadini potranno sottoscrivere presso gli uffici demografici, I Magazzini del Mondo, la sede Arci Uisp di via Landinelli e il Circolo Arci di piazza Querciola a Castelnuovo Magra. 
La proposta di legge chiede infatti l’istituzione e il finanziamento di un dipartimento che comprenda i Corpi civili di pace ed abbia forme di collaborazione con Protezione civile, Vigili del Fuoco ed il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale e la costituzione di un “Istituto nazionale di ricerche sulla pace e il disarmo” sul modello di quanto già avviene in altri paesi dell’Unione europea.

“Interventi di pacificazione e aiuto nonviolento – ha sottolineato Chiatti – possono costituire un’alternativa alla risposta armata. Inoltre lo strumento politico della legge di iniziativa popolare vuole anche favorire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa e sicurezza dando piena centralità alla nostra Costituzione ed in particolare agli articoli 11 e 52. E’ quindi importante firmare – ha concluso – per sostenere la partecipazione dal basso”. 
Promossa da sei reti nazionali (Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci!, Tavolo Interventi Civili di Pace) che raggruppano oltre 200 associazioni della società civile italiana, la campagna ha l’obiettivo di raccogliere le 50mila firme necessarie per presentare presso la Camera dei Deputati la Proposta di legge. 
“Fino ad oggi – ha sottolineato Giorgio Beretta, che coordina la campagna spezzina – nessuna proposta di legge analoga è mai stata presa in considerazione ma il nostro obiettivo è quello di concretizzare quello che si prefiguravano i Costituenti con il ripudio della guerra e la realizzazione di una difesa civile alternativa alla difesa militare che sia finanziata dal bilancio statale attraverso l’opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi. La difesa della patria in modo non armato e nonviolento è infatti un principio che, sebbene previsto dalla legge e confermato dalla Corte Costituzionale, non è mai stato pienamente attuato perché la difesa è sempre stata realizzata solo attraverso lo strumento militare”. 

L’iniziativa prevede anche la costituzione di un “Istituto nazionale di ricerca sulla pace e il disarmo”, una novità significativa in un Paese in cui, a differenza di altre nazioni europee, le ricerche in questo settore sono spesso considerate marginali e, sebbene dispongano di notevoli competenze, raramente riescono ad ottenere le risorse necessarie per svolgere un lavoro continuo e coordinato. “Nell’ottica di una concreta alternativa alla difesa armata – ha concluso Francesca Marini di Arci Val di Magra – l’implementazione del servizio civile avrebbe un ruolo molto significativo. Non ha infatti il solo compito di rinsaldare i legami tra cittadini, comunità e Stato favorendo la partecipazione dei giovani alla cittadinanza attiva e al bene comune ma è anche un prezioso strumento di sostegno alle fasce più deboli della società e concorre allo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese”.

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Si è tenuta martedì 28 aprile presso la Sala Consigliare del Comune di Sarzana la conferenza stampa di presentazione della “Proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione del Dipartimento della Difesa civile, non armata e nonviolenta” promossa dalla campagna nazionale “Un’altra difesa è possibile”.

Alla presentazione sono intervenuti Giulia Chiatti (Assessore alle Pari opportunità e alle Politiche giovanili e alle Politiche per l’integrazione e coesione sociale del Comune di Sarzana), Giorgio Beretta (Coordinamento spezzino della Campagna “Un’altra difesa è possibile”), Francesca Marini (Arci Sarzana- Valdimagra)
Promossa da sei reti nazionali (Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci!, Tavolo Interventi Civili di Pace) che raggruppano oltre 200 associazioni della società civile italiana, la campagna ha l’obiettivo di raccogliere le 50mila firme necessarie per presentare presso la Camera dei Deputati la Proposta di legge di iniziativa popolare per istituire e finanziare nel nostro paese il “Dipartimento della Difesa civile, non armata e nonviolenta”.
«Con questa proposta di legge – ha dichiarato Giorgio Beretta, membro del Coordinamento spezzino della Campagna “Un’altra difesa è possibile” – intendiamo finalmente dare concretezza a ciò che prefiguravano i Costituenti con il ripudio della guerra, cioè la realizzazione di una difesa civile alternativa alla difesa militare che sia finanziata dal bilancio statale attraverso l’opzione fiscale in sede di dichiarazione dei redditi. La difesa della patria in modo non armato e nonviolento è infatti un principio che, sebbene previsto dalla legge e confermato dalla Corte Costituzionale, non è mai stato pienamente attuato perché la difesa è sempre stata realizzata solo attraverso lo strumento militare».
In concreto, la proposta di legge che i cittadini sono invitati a sottoscrivere, chiede l’istituzione
e il finanziamento del “Dipartimento per la Difesa civile non armata e nonviolenta” che comprenda i Corpi civili di pace ed abbia forme di collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, il Dipartimento dei Vigili del Fuoco ed il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale e la costituzione di un “Istituto nazionale di ricerche sulla pace e il disarmo” sul modello di quanto già avviene in altri paesi dell’Unione europea.
Giulia Chiatti assessore Sarzana«Lo strumento politico della legge di iniziativa popolare – ha affermato Giulia Chiatti (Assessore alle Pari opportunità e alle Politiche giovanili e alle Politiche per l’integrazione e coesione sociale del Comune di Sarzana) – vuole anche favorire un confronto pubblico per ridefinire i concetti di difesa e sicurezza dando piena centralità alla nostra Costituzione che “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (art. 11). Per questo è importante che anche le persone che ricoprono delle cariche nelle amministrazioni pubbliche sottoscrivano questa proposta di legge che promuove la difesa dei diritti di cittadinanza e riconosce ad ogni cittadino la possibilità di ottemperare al “sacro dovere della difesa della patria” (art. 52) anche con mezzi nonviolenti».
Un ulteriore aspetto di forte rilevanza di questa proposta di legge consiste nel fornire una cornice normativa ed una strutturazione organica stabile al Servizio civile nazionale.
«Fin dal suo inizio – ha evidenziato Francesca Marini (Arci Sarzana-Valdimagra) – il Servizio civile non solo ha contribuito a rinsaldare i legami tra cittadini, comunità e Stato favorendo la partecipazione dei giovani alla cittadinanza attiva e al bene comune, ma si è anche rivelato nel tempo un prezioso strumento di sostegno alle fasce più deboli della società concorrendo allo sviluppo sociale, culturale ed economico del nostro Paese. Proprio per questo è quanto mai necessaria una legge che fornisca continuità di mezzi e fondi certi a questa esperienza che rappresenta un vero investimento nelle giovani generazioni».
Al riguardo va ricordato che solo lo scorso gennaio, dopo un lungo confronto interno, il Governo è riuscito a trovare i fondi necessari per fare in modo che nel 2015 almeno 50mila giovani possano partecipare al servizio civile nazionale. Un impegno importante considerato che negli ultimi anni il servizio civile aveva visto una continua erosione di risorse: dagli oltre 57mila posti resi disponibili per i volontari nel 2006 si è passati infatti nel biennio 2010-11 a poco più 20mila, nel 2012 non è stato pubblicato alcun bando di selezione mentre nel 2013 sono stati solo 16.373 i posti disponibili. Nello specifico, mentre nel 2006 sono stati quasi 46mila i volontari avviati al Servizio civile nazionale, nel 2013 sono stati solo 896 di cui solo 3 in Liguria.
«Non dobbiamo dimenticare – ha proseguito Francesca Marini (Arci Sarzana-Valdimagra) – che il servizio civile è nato come forma di obiezione al servizio militare. E’ pertanto importante non solo recuperare questa sua fondamentale motivazione, ma attualizzarla attraverso le varie forme di difesa civile, non armata e nonviolenta. In questo contesto, mentre salutiamo positivamente l’istituzione per tre anni della sperimentazione dei Corpi civili di pace, riteniamo necessario che queste forme, già previste in altri paesi europei, vengano strutturare e finanziate in modo adeguato».
La legge di stabilità 147/2013 ha infatti istituito, per un triennio in via sperimentale, i Corpi civili di pace con l’obiettivo di «promuovere in modo imparziale la solidarietà e la cooperazione, a
livello nazionale ed internazionale, con particolare riguardo alla tutela dei diritti sociali, ai servizi alla persona e all’educazione alla pace fra i popoli, al monitoraggio del rispetto dei diritti umani, al sostegno della popolazione civile». Complessivamente saranno 500 i giovani volontari, legati al servizio civile nazionale che svolgeranno azioni di pace non governative nelle aree di conflitto o a rischio di conflitto e nelle aree di emergenza ambientale: di essi 300 partiranno già nel 2015.
La proposta di legge di iniziativa popolare prevede anche un meccanismo di opzione fiscale che permetta al singolo cittadino di contribuire direttamente destinando una porzione delle proprie tasse (il 6 per mille) alla Difesa civile, non armata e nonviolenta.
«Non va infine dimenticato – ha concluso Giorgio Beretta – che la proposta di legge popolare prevede anche la costituzione di un “Istituto nazionale di ricerca sulla pace e il disarmo”. Sarebbe una novità significativa per il nostro paese in cui, a differenza di altre nazioni europee, le ricerche in questo settore sono spesso considerate marginali e, sebbene dispongano di notevoli competenze, raramente riescono ad ottenere le risorse necessarie per svolgere un lavoro continuo e coordinato».

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