«Un’altra difesa, nonviolenta, è possibile» anche a Ivrea

Presentato il comitato con le associazioni pacifiste. Al via la raccolta di firme per una legge popolare

Ivrea presentazione campagnaUn dipartimento che comprenda i corpi civile di pace e l’istituto di ricerche sulla pace e il disarmo e che opererebbe a fianco dell’attuale sistema di difesa, in collaborazione con il dipartimento di protezione civile, vigili del fuoco e servizio civile nazionale. Questo è ciò che si spera di ottenere con la campagna Un’altra difesa è possibile e che prevede la raccolta di 50mila firme per la legge di iniziativa popolare per decretare l’istituzione e modalità di finanziamento del dipartimento della difesa civile non armata e non violenta. Anche ad Ivrea si è composto un Comitato, formato da Pax Christi, Mir, Libera, Legambiente, Emergency, Centro Gandhi, Centro documentazione pace e Agesci, che ha organizzato una serata di presentazione e raccolta firme il 6 febbraio scorso. Il titolo, Mettete le arance nei cannoni, è stato dato per avvicinarsi alle giornate di carnevale, ma anche perché, il cannone, simbolo della campagna, è stato progettato da Emergency in collaborazione con gli aranceri della Morte e, proprio questi, terranno con loro il cannone nei giorni di carnevale in modo tale da sensibilizzare la raccolta firme che si terrà nei vari comuni oltre che presso la sede di Libera in via Arduino. «L’articolo 11 della Costituzione dice di difendere l’Italia e di ripudiare la guerra – ha spiegato il Centro Gandhi – e la nostra proposta non è altro che la fusione delle due cose». Questo perché, come ha spiegato Beppe Marasso del Mir: «La nonviolenza la riteniamo la risposta umana ai problemi umani. Non elude il conflitto, ma cerca semplicemente altri modi». Presente anche don Renato Sacco di Pax Christi, che, rievocando le parole di Papa Francesco: «Si rischiano di produrre le guerre perché ci sono le armi», ha voluto ragionare con i presenti su metodi di investimento alternativi: «Gli F35 costano 130 milioni di euro l’uno e, questi soldi possono essere utilizzati in un altro modo. I vari conflitti nel mondo hanno portato solo alla distruzione e non alla risoluzione dei problemi».

E l’Italia dal canto suo, fa la sua parte, dal momento che si trova al settimo posto della classifica mondiale nelle esportazioni di armamenti con 80 milioni di dollari.

Ma come avverrà il finanziamento di questo dipartimento? Piercarlo Racca, del Movimento nonviolento ha specificato: «Potrà avvenire tramite l’introduzione dell’opzione fiscale che permetterà ai contribuenti di destinare una quota pari al sei per mille alle spese di funzionamento del dipartimento. La raccolta che stiamo facendo è uno strumento legittimo e ci auguriamo che venga poi discusso».

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articolo di Sara Pavan tratto da “La Sentinella del Canavese”

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