L’editoriale per “Sempre” di Giovanni Ramonda, responsabile della Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII fin dall’inizio attiva nella nostra Campanga “Un’altra difesa è possibile”
Vogliamo una svolta culturale, una svolta epocale: istituire il Ministero della Pace per creare una cultura di pace, per portare nelle scuole un’educazione alla pace, per istituire gli assessorati della pace. Chiediamo un Ministro della pace che ci creda, che faccia sul serio, che coinvolga i giovani per un servizio della patria veramente civile e umano, costruttivo.
Noi chiediamo, fin tanto che ci sarà un esercito, la possibilità di un’opzione fiscale alle spese militari. Se non ce la concedono, faremo obiezione alle spese militari.
Chiediamo ai nostri parlamentari e a chi governa un investimento economico sul Servizio Civile, perché i giovani coinvolti siano 150 mila, non solo 35.000. Non ci sono fondi? Tagliamo i vitalizi e le pensioni d’oro per sostenere i giovani e le famiglie!
Proponiamo una rivoluzione mentale, una nuova intelligenza d’amore: l’Italia diventi una superpotenza della nonviolenza. Partendo dalla scuola e anche dal mondo della Chiesa, i nostri vescovi, i nostri pastori, perché anche loro diventino sempre più educatori di pace. «Misericordia e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno».
I CIVILI MORTI NELLE 126 GUERRE DEL SECOLO SCORSO SONO PASSATI DAL 15 AL 60%. Centinaia di migliaia di bambini soldato che saltano sulle mine. Lo sviluppo è la migliore preparazione alla pace: dare lavoro, possibilità scolastiche, accesso alle cure, la necessaria alimentazione, possibilità di libertà religiosa, rispetto delle minoranze. Ma dobbiamo fare anche obiezione di coscienza alle chiacchiere, al disimpegno, alla delega, per iniziare a camminare nella stima reciproca, nella collaborazione per sentirci un popolo in cammino, dove tutti hanno il necessario per vivere dignitosamente, dove non ci sono privilegi ma condivisione di vita e di beni. Basta parole sui poveri, ma ripartire dalla condivisione per una politica veramente a servizio della pace.
Diceva don Tonino Bello: «Chi scommette sulla pace deve sborsare in contanti monete di lacrime, di incomprensione e di sangue. La pace è il nuovo martirio a cui la Chiesa oggi viene chiamata».