Articolo del Corriere del Trentino
Domani gli Stati generali per la difesa non militare Pilati: «Finanziare la protezione civile, non gli F35»
TRENTO Scrivi «difesa» e leggi, automaticamente, «apparato militare». Un collegamento a cui il Forum trentino per la pace e i diritti umani si oppone da venticinque anni, sollevando l’attenzione su forme di protezione dello Stato diverse, che non contemplino l’utilizzo delle armi. Per questo, domani e sabato, con la collaborazione del Comitato delle associazioni per la pace e i diritti umani di Rovereto e della campagna «Un’altra difesa è possibile», il Forum porterà per la prima volta in Italia, direttamente a Trento, gli «Stati generali della difesa civile, non armata, nonviolenta».
Una due giorni (dalle 9.30 in via San Marco 1 a Trento) nata a seguito di un lungo percorso che ha visto lo scorso anno la raccolta di firme per la presentazione di una legge di iniziativa popolare che prevede l’istituzionalizzazione della Difesa civile e non armata. «Legge che al momento è in discussione in commissione Affari costituzionali e in commissione Difesa e che potrebbe, finalmente, modificare il paradigma culturale e strutturale con il quale in Italia si approccia alla difesa» spiega il presidente del Forum, Massimiliano Pilati.
La legge, infatti, che sarà discussa nel convegno, propone alcune azioni concrete: lo spostamento di fondi dalle forme armate verso la protezione del territorio, dei diritti, delle comunità, la creazione di percorsi di prevenzione dei conflitti, la fondazione di un Istituto nazionale di ricerca per la pace e la possibilità per i cittadini di destinare il 6 per mille nella dichiarazione alla difesa civile. «Un’opzione fiscale — chiarisce Pilati — che consentirà a ogni cittadino di fare una scelta, di sentirsi parte del cambiamento, perché siamo profondamente convinti che l’Italia abbia più bisogno di investire in protezione civile che in F35».
Proprio alla protezione civile trentina e italiana, nelle ultime settimane attivamente impegnate per la gestione dei terremoti, saranno infatti dedicati numerosi incontri della due giorni. Il tutto in occasione dell’anniversario dell’inondazione che colpì Trento il 4 novembre del 1966 e, al tempo stesso, della fine della prima Guerra Mondiale nel 1918. «Avevamo invitato anche i ministri della Difesa e degli Esteri, Roberta Pinotti e Paolo Gentiloni per confrontarci apertamente con loro, ma hanno preferito non intervenire. Peccato — aggiunge Mao Valpiana, presidente del Movimento nonviolento e coordinatore della campagna — è la prima volta che in Italia si riuniscono gli Stati generali, un appuntamento importante, perché, come dicevano i padri costituenti “La difesa della patria è un sacro dovere del cittadino”, non degli eserciti». L’obiettivo è, dunque, riappropriarsi del termine «difesa», riportando l’attenzione all’importanza della messa in sicurezza del territorio, all’evoluzione della storia in senso pacifico. E a discutere della proposta di legge sulla difesa civile saranno tra gli altri Massimo Artini, Giuseppe Civati, Giulio Marcon, Mario Sberna e Giorgio Zanin.