Un’altra difesa è possibile: la voce delle associazioni ferraresi

Presentata oggi in Sala Arengo una proposta legge di iniziativa popolare per sostenere una difesa senza armi

Una presenza corale di associazioni ha valorizzato questa mattina in Sala Arengo la presentazione ufficiale di “Un’altra difesa è possibile”, la campagna attiva anche a Ferrara per sostenere una proposta di legge di iniziativa popolare finalizzata a dare concretezza all’art. 11 del ripudio della guerra.
“Sappiamo quanto la guerra in questi decenni ci sia stata presentata come giusta, umanitaria, necessaria. La carta istitutiva delle Nazioni Unite, la nostra Costituzione, parlano piuttosto di un flagello che abbiamo scelto di ripudiare”, ha ricordato Daniele Lugli, presidente emerito del Movimento Nonviolento, introducendo le ragioni della campagna. “L’intervento armato ha dimostrato tutta la propria insufficienza come forma di risoluzione del conflitto; dovunque sono state impiegate, dalla Bosnia all’Afghanistan all’Iraq, lo hanno semmai aggravato. Forme di difesa civile sono previste nel nostro ordinamento ma non sono mai state praticate. Quello che ci proponiamo con questa proposta di legge è di dare una possibilità a forme di difesa differenti, quali i corpi civili di pace disegnati da Alex Langer fin dal 1995, o gli interventi di base sperimentati in luoghi di conflitto dai giovani di Operazione Colomba, con costi irrisori e con grande impegno personale”.
Con questi intendimenti le principali reti del pacifismo e della nonviolenza in Italia hanno deciso di promuovere congiuntamente questa proposta di legge che prevede l’istituzione del nuovo Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta tramite un’opzione fiscale del 6×1000. Scopi e strumenti del Dipartimento sarebbero i corpi civili di pace e un istituto di ricerca per la pace, sul modello di quanto già avviene in altri paesi europei. Opererebbe inoltre in stretta collaborazione con Protezione civile, Vigili del fuoco e Servizio Civile Nazionale.
Un’adesione convinta e operativa è stata assicurata dalle molte associazioni presenti, che si impegneranno a coinvolgere la propria base sociale nelle loro iniziative.
“La guerra si regge su grandi interessi, la violenza si nutre della miseria. Il servizio civile con l’impegno di tanti giovani dà un proprio contributo nella riduzione delle tensioni sociali e in questo senso offre un modello di difesa civile”, ha dichiarato Michele Luciani, referente Copresc e Caritas Ferrara. “Auspico veramente che questa campagna sia l’occasione per parlare diffusamente di quali alternative ci sono alla violenza e farlo adesso, che tutti ci sentiamo sotto attacco, che nessuno può dirsi veramente al sicuro con il proprio benessere, il proprio lavoro, e al tempo stesso anche la nostra città si apre all’accoglienza di profughi, di persone in fuga dalla povertà e dalla guerra”.
“Questa campagna ci dà l’opportunità di sottolineare le diverse declinazioni della pace organizzando incontri nei luoghi della pace, dove si accolgono gli ultimi, dove si dà rifugio a chi fugge dalla guerra”, ha proposto Raffaele Rinaldi dell’Associazione Viale K.
“Sentiamo una forte affinità con i valori di fondo di questa campagna”, si è unito un esponente di Emmaus Ferrara. “Siamo un’associazione impegnata a promuovere la solidarietà per la giustizia. Nel nostro piccolo lavoriamo da quasi 15 anni per responsabilizzare le persone, dare loro dignità, perseguire la convivenza interetnica”.
Questa proposta di legge “dà forza a quell’art. 11 che i nostri fondatori hanno scritto”, ha dichiarato Daniele Civolani, presidente Anpi, e “persegue gli stessi obiettivi della campagna di obiezione alle spese militari portata avanti fin dal 2005 da Rete Lilliput Ferrara”, ha sottolineato il referente, Davide Scaglianti.
Ma l’impegno per la pace e la nonviolenza non riguarda soltanto luoghi lontani da qui. “Nei momenti di crisi vengono meno i legami di solidarietà anche a livello locale e nazionale, si apre la competizione tra i lavoratori o tra i diversi settori del welfare. Il lavoro per la pace è un impegno per la ricostituzione di un tessuto sociale”, ha dichiarato Paolo Pastorello, presidente Acli, “per questo ci riconosciamo negli obiettivi della campagna.
E davvero sono tante le iniziative che si susseguiranno nei prossimi mesi.
Paolo Marcolini, presidente Arci, si è impegnato ad ospitare banchetti di raccolta firme nelle proprie strutture, a contatto con i giovani, ed in particolare in occasione della Vulandra, al Parco Urbano di Ferrara dal 23 al 25 aprile.
Emergency, che “è presente nei luoghi di guerra dal ’94 e ha lavorato in 16 paesi, curando più di sei milioni di persone”, come ha ricordato la referente Sandra Broccati, “e sostiene la campagna, anche a livello nazionale, organizza un banchetto di raccolta firme alla Sala Estense nella serata del 4 marzo, durante il Viaggio italiano”.
Cgil di Ferrara insieme alla Fiom sta curando il coordinamento organizzativo del comitato provinciale di “Un’altra difesa è possibile” e, con il suo segretario provinciale Raffaele Atti, ha preannunciato una iniziativa in collaborazione con Fiom sulla riconversione dell’industria bellica.
In attesa di eventi specifici, chi lo desidera può già firmare presso le segreterie di tutti i Comuni ferraresi nei quali si è elettrici o elettori, a Ferrara all’Ufficio protocollo presso la sede municipale.

A livello nazionale la campagna è promossa unitariamente dalle sei reti del panorama pacifista e nonviolento italiano: Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale Servizio Civile, Rete della Pace, Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci, Tavolo Interventi Civili di Pace.
Al Comitato provinciale di “Un’altra difesa è possibile” aderiscono: Agesci, Acli, Anpi, Arci, Associazione Papa Giovanni XXIII, Associazione Viale K, Caritas, Cgil, Copresc, Emergency, Emmaus, Fiom, Istituto Don Calabria, Legacoop, Libera, Movimento nonviolento, Pax Christi, Rete Lilliput, WWF.

Conferenza Stampa Ferrara

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