A Natale i bandi per i Corpi civili di pace, “attesi da due anni”

La sperimentazione venne finanziata nel dicembre 2013. La soddisfazione del Tavolo Interventi Civili di Pace, ma “nel frattempo gli accordi e i progetti ipotizzati dalle associazioni italiane con partner in loco nei paesi di conflitto sono diventati obsoleti”

Lo scorso 15 dicembre, in occasione della “Giornata dell’obiezione di coscienza e del servizio civile” e del Seminario organizzato dalla Cnesc – Conferenza nazionale enti di servizio civile, il cons. Calogero Mauceri, Capo Dipartimento della gioventù e del servizio civile, ha annunciato la firma del prontuario sui Corpi civili di Pace (Ccp) e dichiarato che entro Natale uscirà l’avviso per la presentazione dei relativi progetti sperimentali nell’ambito del servizio civile.

Con una nota diffusa oggi il Tavolo Interventi Civili di Pace dichiara di accogliere “con soddisfazione questa notizia attesa ormai da due anni, quando nel dicembre 2013 la sperimentazione venne finanziata tramite un emendamento dell’on. Giulio Marcon (SEL) alla legge di Stabilità”.

“L’imminente avvio dei Ccp – prosegue la nota – è stato annunciato in una conferenza congiunta dei Ministeri del Lavoro e Politiche Sociali e degli Esteri a febbraio 2015, poi rinviato in diverse occasioni. Da parte delle istituzioni si riscontra invece una particolare celerità nell’invio di armi, munizioni e uomini nei teatri di guerra (dall’Iraq all’Arabia Saudita), a fronte di 24 mesi di attesa per le procedure di bando dei CCP, che inizieranno il loro lavoro tra altri 6 o 7 mesi”.

Tavolo Interventi CIvili Pace logoIl Tavolo Interventi Civili di Pace denuncia inoltre come “nel frattempo gli accordi e i progetti ipotizzati dalle associazioni italiane con partner in loco nei paesi di conflitto, o con aspiranti volontari, sono diventati obsoleti e sono stati cancellati. Le aree in cui le nostre associazioni potrebbero intervenire oggi sono diverse, gli obiettivi mutati, ma la necessità di intervenire ancora più pressante. L’emergenza umanitaria causata dai conflitti, gli attacchi del terrorismo internazionale, i contraccolpi dell’inefficace risposta militare, sono arrivati anche nel cuore d’Europa e l’associazionismo italiano è pronto per interventi alternativi, improntati alla costruzione della pace e all’azione nonviolenta, a sostegno della società civile in zone di conflitto”.

Per tutto questo, essi chiedono al Sottosegretario con delega, on. Luigi Bobba, e al Consigliere Mauceri “di rispettare la scadenza annunciata nella conferenza CNESC del 15 dicembre, pubblicando entro Natale il bando straordinario per Corpi Civili di Pace nell’ambito del servizio civile”.

Per quanto riguarda le novità inserite nella sperimentazione, si sa che il Prontuario prevede la possibilità di azioni in aree di conflitto o a rischio di conflitto, nonchè in aree di emergenza ambientale, secondo quanto indicato nel decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali dello scorso 7 maggio. I campi di d’azione vanno dal sostegno ai processi di democratizzazione, di mediazione e di riconciliazione, a quelli per la società civile e al monitoraggio del rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario. Potranno inoltre essere previste attività umanitarie (inclusi il sostegno ai profughi, sfollati e migranti, il reinserimento sociale degli ex –combattenti, la facilitazione dei rapporti tra le comunità residenti e i profughi, sfollati e migranti giunti nel medesimo territorio), di educazione alla pace e di sostegno alla popolazione civile che fronteggia emergenze ambientali, nonché nella prevenzione e gestione dei conflitti generati da tali emergenze.

La maggior parte dei progetti è pensato per essere svolto all’estero, anche se una quota del 10% del contingente massimo previsto di 500 volontari, dovrebbe poter essere impegnato in progetti in Italia. Per tutti è prevista una formazione obbligatoria complessiva di 170 ore, superiore a quelle di un progetto classico di servizio civile che si attesta intorno alle 80. Infine per gli enti che intendono presentare progetti è richiesta una esperienza di servizio civile almeno triennale nelle aree e nei settori di intervento della sperimentazione.

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